Cat-Calling
Immaginatevi questa situazione: state camminando per strada pensando ai fatti vostri, quando, improvvisamente, un tizio a caso vi grida da una macchina in corsa “Ciao bella!”, oppure “Abbòna!”, oppure ancora “Dove vai, bel culo?”. Fastidioso, eh? Ecco, questo è il catcalling, cioè quell’insieme di molestie verbali che le donne si sentono spesso rivolgere per strada da parte di perfetti sconosciuti.
Il fenomeno è molto diffuso e spesso sottovalutato, per cui è opportuno sottolineare alcuni aspetti.
Per prima cosa, ci teniamo a ribadire che che urlare un commento sull’aspetto fisico a una sconosciuta NON È UN COMPLIMENTO. I complimenti presuppongono un contesto di intesa e complicità, mentre il catcalling no, è una molestia vera e propria e come tale parte da una disparità di potere tra i generi: in questo caso da un uomo, che si sente legittimato a commentare pubblicamente il corpo di una donna, perché pensa che quel corpo sia suo e gli appartenga di diritto. Magari può apparire meno grave di una molestia fisica, ma in realtà sta alla base di quella che viene chiamata cultura dello stupro (vedi rape culture).