Cat-Calling

Immaginatevi questa situazione: state camminando per strada pensando ai fatti vostri, quando, improvvisamente, un tizio a caso vi grida da una macchina in corsa “Ciao bella!”, oppure “Abbòna!”, oppure ancora “Dove vai, bel culo?”. Fastidioso, eh? Ecco, questo è il catcalling, cioè quell’insieme di molestie verbali che le donne si sentono spesso rivolgere per strada da parte di perfetti sconosciuti.
Il fenomeno è molto diffuso e spesso sottovalutato, per cui è opportuno sottolineare alcuni aspetti. 

Per prima cosa, ci teniamo a ribadire che che urlare un commento sull’aspetto fisico a una sconosciuta NON È UN COMPLIMENTO. I complimenti presuppongono un contesto di intesa e complicità, mentre il catcalling no, è una molestia vera e propria e come tale parte da una disparità di potere tra i generi: in questo caso da un uomo, che si sente legittimato a commentare pubblicamente il corpo di una donna, perché pensa che quel corpo sia suo e gli appartenga di diritto. Magari può apparire meno grave di una molestia fisica, ma in realtà sta alla base di quella che viene chiamata cultura dello stupro (vedi rape culture).

Alcuni dati

71% le donne che dichiarano di aver subito catcalling
79% le donne italiane che lo hanno subito prima dei 17 anni
88% le donne italiane che hanno dichiarato di aver dovuto cambiare strada almeno una volta nella vita per raggiungere il luogo verso cui si stava dirigendo a seguito di molestie verbali.

[Fonte Hollaback! e Cornell University]

In Italia la ricerca condotta da WeWorld in occasione del 25 novembre 2021 ha rilevato che oltre il 50% delle donne ha subito catcalling da sconosciuti per strada, ma c’è un altro dato ben in evidenza, e preoccupante, rispetto a questo: 1 donna su 3 non riconosce il catcalling come molestia.

 

Vuoi suggerirci del materiale a riguardo?