Tanpon Tax

Scrive Gloria Steinem che, se gli uomini avessero le mestruazioni, i dispositivi igienici come assorbenti e tamponi sarebbero forniti gratuitamente dal governo. 

Come sappiamo, non è così e infatti, in Italia, l’imposta di valore aggiunto (IVA) sui prodotti sanitari per le mestruazioni è pari a quella dei beni di lusso (22%) e prende il nome di tampon tax. Questa imposta è stata introdotta nel 1973 con aliquota al 12%, ma poi ha continuato a crescere fino ad arrivare al 22%. In Italia, infatti, alcuni prodotti, ritenuti di prima necessità sono tassati al 4% (tra queste cose rientrano alcuni alimenti, alcuni medicinali e, curiosamente, anche le lamette per la barba da uomo. Vuoi vedere che aveva ragione Gloria Steinem?); altri, invece, ritenuti beni di lusso, hanno l’aliquota al 22% (oltre agli assorbenti possiamo ricordare cellulari, computer, cibi prelibati come cioccolata e caffè). 

Nel 2019 è stato introdotto un abbassamento dell’aliquota, ma solo per assorbenti e tamponi ecologici e biodegradabili che hanno però dei prezzi decisamente più alti. Questa imposta grava pesantemente sulle tasche delle persone che hanno le mestruazioni, in particolare su quelle con basso reddito.

Dobbiamo parlare anche di Pink Tax

Ma davvero essere donna costa di più? Beh, la risposta è si, benvenutə nella società capitalistico-patriarcale che è riuscita a tassare anche il colore rosa.
Perché gli stessi prodotti, se destinati a un pubblico femminile (dunque con packaging tipicamente rosa, da cui il nome “pink tax”), costano più degli equivalenti maschili. Quanto di più?
Secondo un’indagine di Forbes le donne spendono circa 1.351$ in più all’anno per l’acquisto degli stessi beni.

La cosa è particolarmente evidente per quanto riguarda  saponi e cosmetici (si possono confrontare le composizioni chimiche e scoprire che si tratta proprio degli stessi identici prodotti, solo venduti in confezioni dai colori diversi), ma in realtà le differenze investono tutto il mercato, e non si riscontrano solo nel prezzo, ma anche nelle sue oscillazioni! Idealo, portale internazionale di comparazione prezzi, ha fatto qualche calcolo. Il risultato? La scoperta che i prodotti dedicati alle donne sono caratterizzati da una fluttuazione media del 49,6% contro il 33,5% registrato per i prodotti maschili.

Qualche esempio?
Le scarpe da tennis femminili che, secondo Idealo, nell’arco di tre mesi sono vittime di oscillazioni di prezzo in media fino al 106,8%, mentre i costi di quelle da uomo variano al massimo del 46,1%. Stesso discorso vale per le scarpe da corsa (con variazioni del 67,8% per le donne e “solo” del 34,3% per gli uomini) e per le sneakers (72,7% per lei e 51,9% per lui).

Qua trovate un pezzo Chiara Nardocchi per Gedi Visual con un’infografica interattiva che fotografa la situazione Italiana evidenziata dai dati Idealo nel 2020.

Qua invece un articolo del 2021 che fotografa la situazione internazionale.

Vuoi suggerirci del materiale a riguardo?