Tone Policing

“Non c’è bisogno che ti arrabbi così”, “Avresti anche ragione, ma con i toni che usi la perdi”, “Potresti anche essere meno volgare”.

Il tone policing consiste nello sviare l’attenzione da quello che una persona sta dicendo, sottolineando il fatto che sta usando termini o espressioni ritenute troppo aggressive o scurrili.
In realtà è una tattica che ha lo scopo di zittire la persona, sviando l’attenzione dal messaggio al modo in cui il messaggio viene veicolato.

È ovvio che, se una discriminazione ti colpisce da vicino, tu possa manifestare il tuo dissenso infiammandoti e facendo ricorso anche a espressioni colorite. 

Il tone policing è una tattica utilizzata da chi detiene il privilegio, e può permettersi di non essere arrabbiatə.

Per approfondire

Non chiedeteci di abbassare i toni: cosa è e come riconoscere il tone policing. articolo

Parliamo di Tone Policing, se abbassi la voce articolo

No, We Won’t Calm Down – Tone Policing Is Just Another Way to Protect Privilege (engl) un fumetto

La rabbia

Quello della rabbia femminile poi è l’elefante nella stanza di cu bisogna parlare.

Scrive Soraya Chemaly nel suo libro La rabbia ti fa bella: “Nonostante ci sia stato detto il contrario per tutta la vita, la rabbia è una delle risorse più importanti che abbiamo, il nostro strumento più acuminato contro l’oppressione sia personale che politica. Ci è stato ripetuto per molto tempo di reprimerla, lasciando che corroda i nostri corpi e le nostri menti in modi che nemmeno immaginiamo. Eppure questo sentimento è uno strumento vitale, il nostro radar per l’ingiustizia e un catalizzatore per il cambiamento. E, viceversa, la critica sociale e culturale verso la nostra rabbia è un astuto modo di limitare e controllare il nostro potere.

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