Femminili Professionali
I femminili professionali sono quei termini che indicano professioni svolte da donne: architetta, avvocata, maestra, postina, chimica, arbitra, parrucchiera, scrittrice, grafica solo per citarne alcuni, ma l’elenco potrebbe essere, come potete ben capire, infinito. Alcuni di questi termini trovano talvolta una certa resistenza a essere usati e molte persone (a volte anche le dirette interessate) preferiscono utilizzare il corrispettivo maschile.
Si tratta di quelle voci che descrivono professioni tradizionalmente svolte dagli uomini, a cui le donne hanno avuto accesso da relativamente poco tempo (ministra, sindaca, architetta, ingegnera, portiera, medica) ed è solo per questo, perché non siamo abituatə a usarli, che questi termini ci sembrano strani. Quello che non è vero è che essi non rispettino la grammatica italiana, anzi, è vero il contrario: la lingua italiana possiede il genere maschile e femminile, pertanto grammaticalmente più corretto declinare i termini secondo il genere della persona a cui si riferiscono.
Sull’uso dei femminili professionali sono stati scritti decine di libri e articoli. Vogliamo però concludere questa voce con le parole della linguista Vera Gheno, che ci spiega perché utilizzare i femminili professionali è anche un atto politico, poiché il linguaggio che usiamo non è mai neutro:
“Le parole non sono mai solo parole: sono ganci verso mondi di significati, e al contempo le parole che usiamo ci definiscono agli occhi degli altri. L’uso di un termine rispetto a un altro è collegato a fattori sociali, culturali, ambientali. Ma soprattutto, poiché noi esseri umani usiamo le parole per capire la realtà, per concettualizzarla e poterne quindi parlare, ciò che viene nominato si vede meglio, acquisisce maggiore consistenza ai nostri occhi. In altre parole, nominare le donne che lavorano in professioni prima quasi esclusivamente maschili, o che conquistano posizioni apicali che precedentemente erano loro de facto precluse, può contribuire a normalizzare, agli occhi (e alla mentalità) delle persone, la loro presenza.”